LA LETTERA AD ANNA GROSSI, MORTA SOTTO LE MACERIE DI AMATRICE

“Ciao Anna, chi l’avrebbe mai detto che una notte di Agosto, ci avrebbe lasciato così tanto vuoti dentro. Agosto, il mare, l’estate, il mese delle vacanze, siamo ragazzi, lo sappiamo bene… Eppure quella notte, siamo sobbalzati dal letto, impauriti, senza sapere cosa fare e dove andare…

Non si sapeva nulla, si cercava di capire chi stava bene e chi stava male, dopo un bel pò escono le prime parole, Amatrice distrutta, Amatrice rasa al suolo, non sapevamo a chi credere… Appena abbiamo letto di Amatrice ci siamo precipitati a chiedere di te. Ragazzi ma Anna? Ha risposto a qualcuno? Sapete qualcosa? Attese interminabili, quasi surreali, non riuscivamo più a capire nulla, se davvero dovevamo preoccuparci o se semplicemente non potevi risponderci. Attese prolungate fino al mattino, non riuscivamo a scoprire niente, fin quando abbiamo scoperto che il vuoto che ci sentivamo dentro dalle 4 del mattino, era la tua assenza.

Siamo ragazzi, pieni di speranza e di gioia, siamo ragazzi che si sono conosciuti al liceo, pieni di sogni, pieni di sorrisi, pieni di vita, siamo ragazzi che in una notte di agosto si sono dovuti confrontare con una perdita di un’amica, con la perdita di un sorriso come il tuo. Siamo ormai circondati da un silenzio pungente che ci taglia il cuore, a vent’anni non si può pensare di piangere una compagna come te, parlando tra di noi non riusciamo ancora a realizzare davvero che non ci sei più, non facciamo altro che dire che non sia possibile che un sorriso come il tuo possa essere spento.

Che gli anni del liceo siano i più belli, tutti lo sanno, noi come classe abbiamo avuto la fortuna di averli vissuti con te. Gli aneddoti che ci legano sono innumerevoli, scherzi, risate, compiti in classe, note di gruppo, tutto quello che sembra normale, di routine. Oggi ricordare questi avvenimenti per noi è stata dura. Qualcuna ti vuole ringraziare perché con le tue grandi spalle ci facevi sentire sicuri, con i tuoi abbracci e con le tue strette di mani ci consolavi. Qualcun altro ti vuole dire che nella vita ci sono visi che non puoi cancellare, uno di questi è il tuo volto, le tue espressioni, faceva bene vederti sorriderci.

Qualcun altro ti vuole chiedere aiuto per “mantenere quella promessa per portare nel mondo un po’ di te”. Ognuno di noi, ha dei ricordi speciali che la legano a te, eri la ragazza che secondo qualche professore “durante la lezione: Grossi si diverte a giocare a nascondino dietro la porta!”, la stessa ragazza che si è rotta un polso giocando a pallavolo nella palestra della scuola, quel gesso che ci ha fatto compagnia nei mesi successivi sui nostri banchi.

Eri la ragazza che ci ha sempre difeso contro tutti, la stessa ragazza che era in grado di essere forte come una roccia e poi di girarsi ed emozionarsi. Anna, a vent’anni ci chiediamo cosa ci riserva la vita, quale strada percorreremo nel nostra cammino, quali sogni riusciremo a far avverare, quale amore sposeremo, tutte le domande che ci facciamo a vent’anni sono lecite, sono piene di vita. Per noi è devastante il fatto che tu non abbia potuto dar risposta a tutti questi interrogativi. Ma siamo qui a dirti che tutte queste risposte infondo non sono niente in confronto al posto nel mondo che hai trovato nei nostri cuori dove rimarrai per sempre.

Anna quando te ne vai a vent’anni lasci un vuoto incolmabile in tutti noi, possiamo aggrapparci al ricordo di questi anni vissuti insieme, possiamo aggrapparci alla tua risata, possiamo aggrapparci alla forza che ci hai insegnato, possiamo aggrapparci alla tua voce che non scorderemo mai… ma tu non ci sarai più.

Guardaci da lassù, ridi di noi quando ci prenderai in giro, urla per favore, così quando il vento soffierà un pò più forte, noi potremmo sapere che sei accanto a noi.”

Gli amici del Liceo delle Scienze Sociali ad indirizzo musicale.

Fonte dal Web

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