Movimento per la Vita: in 40 anni 170mila bambini salvati dall’aborto

In occasione del quarantennale, il neo-presidente Gian Luigi Gigli ripercorre la storia della realtà pro-life italiana, presenta le nuove iniziative e traccia le sfide attuali

Il Movimento per la Vita (Mpv) ha compiuto nei giorni scorsi 40 anni. Un percorso vissuto all’insegna delle battaglie, per affermare in una società sempre più refrattaria il valore di ogni vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale. In quattro decenni, dalle impervie barricate ideali dei consultori, dei Tribunali, delle aule parlamentari e dei  luoghi di dibattito culturale, sono scaturiti frutti preziosi, testimoniati dalla presenza di circa 170mila bambini nati grazie all’impegno dei volontari del Mpv. Spente le 40 candeline, si è accesa una novità: l’assemblea generale ha infatti eletto Gian Luigi Gigli come nuovo presidente e successore di Carlo Casini, fondatore del Mpv. Professore di neurologia e parlamentare tra le fila di Democrazia Solidale, Gigli ripercorre in un’intervista la storia del Mpv e traccia le nuove sfide che lo attendono.

Con che spirito ha accolto la responsabilità che Le è stata affidata?

Il primo sentimento è stato di grande preoccupazione di fronte alle sfide dell’oggi, in considerazione delle nebbie che si addensano sul tema della vita su più fronti. Insieme, tuttavia, un sentimento di gratitudine a Carlo Casini per quanto ha fatto nei decenni passati e la consapevolezza che il testimone da lui affidatomi è molto chiaro: mantenere fedeltà ai valori fondanti del Mpv.

Mpv che compie 40 anni. Come descriverebbe le tappe di questo percorso?

È un percorso partito sull’onda di dissenso scaturita dalla prima sentenza della Corte costituzionale in materia di aborto, nel 1975, la quale spianò la strada alla legge 194/78. Il Mpv si attivò dapprima per evitare l’approvazione della legge, e poi per la sua abrogazione referendaria (non riuscita). Contestualmente, il Mpv iniziò un’opera preziosa di educazione e mobilitazione delle coscienze che va al di là dell’aspetto legislativo e che si è tradotta in opere concrete.

Vuole farci qualche esempio in tal senso?

Pensiamo ai Centri d’Aiuto alla Vita (Cav), alle case d’accoglienza, all’Sos Vita, al Progetto Gemma, che consiste in un aiuto della gestante in difficoltà attraverso un contributo mensile (dato da donazioni volontarie) che dura per tutta la durata della gravidanza e per i primi due anni di vita del bambino. Tutte esperienze che hanno permesso, oltre che di alimentare un dibattito critico sull’aborto, soprattutto di dare delle risposte: si stima siano 170mila i casi di donne che hanno rinunciato a interrompere la gravidanza grazie all’intervento dei nostri volontari. Basterebbe questo dato a giustificare la presenza del Mpv. Non dimenticherei, poi, le numerose manifestazioni, i convegni, nonché la presenza costante sugli organi di stampa, nei Tribunali e presso le Istituzioni per tentare di contenere le pressioni contro l’obiezione di coscienza. E ancora: la grande mobilitazione referendaria riguardo la legge sulla procreazione assistita e la campagna Uno di Noi, purtroppo rigettata dall’Unione europea, la quale proponeva un riconoscimento giuridico nei confronti dell’embrione umano.

Una realtà, la vostra, che non resta ferma a guardarsi alle spalle, ma è proiettata verso il futuro attraverso nuove iniziative…

Oggi il Mpv è una realtà solida, che coinvolge circa 600 Cav. A proposito delle nuove iniziative, proprio venerdì scorso ho inaugurato, nel quartiere romano di Monte Mario, un corso di formazione per volontari del nuovo servizio di Sos Vita, che prima era soltanto telefonico e che da oggi si avvale anche di una piattaforma informatica basata sui social network. Questi ultimi ci permettono di amplificare la rete per l’individuazione di gestanti in difficoltà e per invitarle a un incontro personale con i nostri esperti.

Quali nuove sfide vi attendono?

Oltre al tema sempre caldo delle tecniche di procreazione assistita, terremo alta la guardia sulla penetrazione dell’ideologia del gender – che tocca le radici stesse della vita poiché interessa anche la procreazione – e poi sulla questione del fine vita. Dappertutto, ormai, forti e costanti si fanno le spinte per sdoganare l’eutanasia…

Prevede di lavorare per raccordare i vari movimenti pro-vita italiani?

È un impegno che mi sono preso nell’atto di assumere la presidenza. Pur con diverse sensibilità e accenti, è fondamentale comprendere che l’obiettivo comune è più forte delle divergenze. Non resta che trovare il modo per lavorare insieme. Il mio intento è quello di creare un tavolo comune almeno tra le esperienze più significative dei pro-lifeitaliani, possibilmente con una condivisione dei modi di operare: che devono essere quelli della proposta più che della protesta, della risoluzione dei problemi più che degli slogan, del lavoro più che delle marce…

fonte
Share
Published by

Recent Posts

“episodio di una gravità e un’atrocità inaudite” una scena aberrante

A Lugo, in provincia di Ravenna, c'è stato un triste episodio riguardante un gatto ucciso…

1 anno ago

Figlia tolta ai genitori perché troppo vecchi: “Ora va restituita”

Genitori-nonni, il pg: “Ridategli la figlia” Ricorderete il caso di Gabriela e Luigi, due genitori di Mirabello a…

1 anno ago

Napoli: neonata con sindrome di down abbandonata nella ‘culla termica’ del Policlinico Federico II

La bimba, originaria dell’Est Europa e con sospetta sindrome di down, è stata lasciata da…

1 anno ago

“Sono fisicamente troppo bella per trovare un uomo.”

Dawn Cousins vive a Londra con i suoi 4 figli e lavora come receptionist. La…

1 anno ago

“Se me ne vado prima di te…” Le parole che hanno commosso tutto il mondo.

Queste le toccanti parole di una donna a suo suo marito, per rassicurarlo nell’eventualità che…

1 anno ago

Dopo una vita rovinata da droga e satanismo Emanuele ritrova pace in Dio sul Cammino di Santiago

Una vita fatta di divertimento, apatia, satanismo, alcool e droga, basata su una classica convinzione:…

1 anno ago