I dottori dello University Hospital di Coventry avevano constatato che era rimasto troppo poco liquido amniotico, vitale per lo sviluppo del bambino. A quel punto dichiararono che per il bimbo non ci sarebbero state speranze e misero la donna davanti a un bivio: aspettare l’aborto spontaneo che si sarebbe dovuto verificare entro dieci giorni o indurre il travaglio. Una scelta impossibile per Michelle e il marito Scott, genitori di due altre bambini, Lily di quattro anni e Patrick di due, che decisero di optare per una terza via: sperare che il loro bimbo ce la facesse, contro ogni pronostico dei medici. E la vita ha dato loro ragione. Michelle è riuscita a portare avanti la gravidanza fino alla 26esima settimana. Il piccolo Michael è nato prematuro ma con un’incredibile forza che lo spingeva a non arrendersi: pesava poco più di 500 grammi e i medici dovettero lottare per 20 minuti per rianimarlo. Poi, giorno dopo giorno, un piccolo passo in avanti fino a oggi, fino al primo compleanno che mamma e papà hanno temuto di non poter mai festeggiare.
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