ECCO COSA ACCADE IN UN ASILO DI PIACENZA
Si vedono spesso anziani che consumano il loro tempo sulle panchine del parco, osservano il mondo che gira loro intorno, come se, ai margini della vita, fosse loro negato un posto attivo nella realtà. Eppure -si sa- i nostri anziani custodiscono la saggezza dei popoli e avrebbero da raccontare almeno un cinquantina di anni della nostra storia e della loro esperienza.
Si dice che sarebbe una ricchezza poterli ascoltare, ma non ne abbiamo mai il tempo, presi come siamo dalle nostre corse quotidiane.
A Piacenza, e già da qualche anno, queste riflessioni hanno preso vita e sono diventate un esperimento di educazione intergenerazionale che riesce più che bene.
Nella stessa struttura c’è un asilo nido e un centro anziani, con delle aule comuni per i laboratori.
40 bambini, dai tre mesi ai tre anni, e 80 anziani, in una struttura con spazi ampi e luminosi e tanto verde intorno, si muovono insieme, inventano giochi, leggono favole e impastano dolci e sembrano divertirsi tantissimo.
Ecco cosa dicono alcuni testimoni:
Franco Campolonghi, 84 anni: “I libri e i giornali sono stati sempre la mia più grande passione, da giovane divoravo Hemingway e poi Piero Chiara, Fruttero e Lucentini. Così, sapendo del mio amore per la lettura, mi hanno chiesto se volevo occuparmi dei libri per il nido. E per me è stata una festa. Mi sono informato, ho cercato i testi giusti. Ogni giovedì i piccoli salgono qui con le educatrici e noi vecchi leggiamo loro le favole. Ci divertiamo un mondo e vedessi quanto sono attenti. Se smetti ti tirano per la giacca. E alla fine vogliono sempre ricominciare da capo.”.
Giacomo Scaramuzza, 94 anni, un tempo giornalista della “Libertà”: “Quando sono venuto a vivere qui, non sapevo che ci fossero anche i bambini, per me che non ho avuto figli sono stati una scoperta incredibile, io partecipo a tutte le attività, con loro non c’è bisogno di parole, ci si capisce con gli sguardi, c’è uno scambio assolutamente naturale. Troppo spesso oggi le età non si incontrano, come se la vecchiaia fosse qualcosa da nascondere. Così, invece, è un po’ come passare il testimone.”.
Una delle mamme: “Mia figlia è entusiasta degli anziani del nido. Se li incontriamo fuori li saluta, li riconosce, come fossero amici della sua età.”.
Valentina Suzzani, responsabile pedagogica dell’asilo nido: “Con i “grandi vecchi” i piccoli imparano a non avere paura di rughe e disabilità. Così il deambulatore diventa un triciclo da spingere, la carrozzina del nonno una macchina sportiva e, se per gli anziani i piccoli sono una ventata di gioia, i bambini attingono alla saggezza e all’ironia di chi ormai non ha più fretta.”.
Sono pochi oggigiorno, i più fortunati, gli anziani che hanno la possibilità di trascorrere del tempo con dei nipoti, questa struttura insegna quanto sia opportuno che le due generazioni si incontrino. Anziani e bambini non sono poi cosi diversi, non proprio autosufficienti, ma con tanta voglia di sperimentarsi, prendendosi il tempo necessario per fare bene le cose e con calma, divertendosi tanto.
A.C.
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