Vendono le fedi nuziali per sopravvivere, tutti li aiutano a ricomprarle… anche i terremotati d’Abruzzo.

Vendono le fedi nuziali per sopravvivere, tutti li aiutano a ricomprarle… anche i terremotati d’Abruzzo.

Diego aveva perso il lavoro, la moglie lavorava come domestica, i figli erano quattro e loro non riuscivano più neanche a comprare il cibo da mettere in tavola.

La decisione è stata sofferta, ma le fedi nuziali erano l’ultima cosa che avevano e hanno deciso di venderle per racimolare quanto più possibile per la loro famiglia. Il loro parroco, Don Gianni Vettorello, della chiesa di San Bortolo a Rovigo, appena l’ha saputo ha deciso di lanciare, via Facebook, una colletta per ricomprarle.

Tutti hanno aiutato, anche i terremotati dall’Abruzzo, e hanno offerto anche qualcosa per comprare generi alimentari alla famiglia. Don Gianni scrive: «non si tratta solamente di restituire le fedi nuziali a una coppia che ha dovuto privarsene per sopravvivere, ma di restituire dignità e autostima a una famiglia che rischiava di perderla».

Quando però la coppia è andata al Centro Oro per riprendere gli anelli, hanno scoperto con sgomento che erano già stati fusi.

Subito Don Vettorello non si è arreso, ha ricomprato alla coppia fedi nuovissime e ha messo sulla sua pagina di Facebook il ritorno degli anelli all’anulare della coppia.

«Ed eccole qua le fedi che avevo promesso di far ritornare fra le dita di quella coppia di amici che hanno dovuto vendere le loro per far fronte a spese di vitale importanza – ha scritto il parroco – In queste fedi è racchiusa la generosità di chi ha voluto donare oggetti in oro per realizzarle, chi ha voluto contribuire con la propria offerta, chi le ha realizzate e chi si è impegnato per garantire e far fronte ad eventuali spese aggiuntive.

A tutti il mio più sentito ringraziamento al quale si aggiunge quello della coppia che li riceverà. Missione compiuta!

La nostra terra è una terra di benedetti dal cuore grande!

Che Dio vi ricompensi per ciò che avete voluto fare. Grazie !!!».

«Ora sono perfettamente cosciente che sto chiedendo la cosa più difficile da realizzare. Le fedi sono tornate, i generi alimentari sono arrivati, le offerte in denaro sono state recapitate, mancherebbe solo la cosa più importante e decisiva per questa famiglia bisognosa: “un lavoro“.

Il lavoro è dignità, il lavoro è salute ed armonia, il lavoro è poter uscire al mattino a testa alta e poter ritornare alla sera, stanchi, ma orgogliosi per aver messo sul tavolo il pane, non frutto di elemosina, ma frutto del proprio lavoro. Anche i figli si accorgeranno che quel pane ha un profumo e un sapore diverso; il sapore della dignità riconquistata. Io ci credo!».

E arriverà anche il lavoro, ne siamo sicuri.

 

B.N.

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