Lui era lì su quel tavolo operatorio ed era ancora vivo, e ha pianto, ha urlato, si è disperato, come un povero animale sacrificato, e tutti hanno guardato, in silenzio, senza fare niente….hanno aspettato che morisse.
E lui è morto. Polonia, scorsa settimana, tentativo di aborto fallito su feto, alla 23a settimana, affetto da sindrome di Down. Personale medico sconvolto, coscienze turbate, mobilitazione popolare, due settimane di sit-in davanti all’ospedale, movimenti politici in fibrillazione sulla prospettiva di restringere la legge sull’aborto, fazioni contrastanti religiose e abortiste, controllo sul rispetto delle procedure, denunce all’ospedale, ai medici, stampa e organi di comunicazione sugli scudi.
Tutto questo perché? Era solo il numero 13245689 nella lista dei bambini abortiti nel mondo, non era speciale, anzi, era anche malato…. Ma lui era vivo e ha urlato, aveva bisogno di aiuto, poteva essere salvato, le norme ospedaliere lo prevedono, ma quale medico poteva avvicinarsi e aiutare un neonato che fino a un minuto prima aveva provato a sopprimere? Ma un cuore, in quell’ospedale, ha pianto con lui, non ce l’ha fatta e ha denunciato tutto.
Questa è la Polonia, il paese nel quale il 70% della popolazione è contro l’aborto, il paese dove la legge sull’aborto è tra le più restrittive, la nazione nella quale la Commissione Onu per i “diritti del bambino” ha chiesto al premier di
E’ accaduto qui, dove ancora qualche coscienza si è devastata e ha detto no. Dov’è finito l’urlo dei milioni di bambini che riempiono quella lista prima del bambino polacco, dove sono finite le braccine, le gambine, le testoline schiacciate dagli aspiratori di questi piccoli cuori straziati dall’egoismo umano?
Cancellati, silenziati, dimenticati, gettati via nel sacchetto della spazzatura da personale “efficiente” e genitori disgraziati. Paesi moderni, popolazioni evolute e tecnologiche che uccidono i propri figli per la carriera, i soldi, la voglia di divertimento, il desiderio di non avere pesi, responsabilità, uomini e donne senza valori e senza valore che arrivano negli ospedali ad abortire come si va al pub a bere. Bisogna essere polacchi per dire basta?….No, ma forse basta davvero.
A te piccolo angelo polacco, e a voi milioni di bambini del mondo, chiediamo perdono oggi per quella carezza che non vi sfiorerà mai, per quel bacio che non avete avuto, per quel sole che non vedrete mai. A voi mamme, diciamo…Alzatevi, scendete da quei lettini da macellaio, rivestitevi e andate via, aprite quella porta, salvate i vostri bambini e salvate voi stesse. Niente giustifica questo, tutto il bene e ogni gioia, muore così.
A voi infermieri, dottori, esortiamo e urliamo…strappate quelle mascherine, levate quei camici, uscite da quelle sale operatorie e correte lungo quei corridoi, abbandonate quelle stanze di morte e andate via, lontano, in altri luoghi, in altre stanze dove le vostre mani tornino a salvare, a consolare e a guarire la vita e non a toglierla.
Ci sarà un altro lavoro, un’altra vita, un’altra soluzione, un’altra gioia, perchè una vita salvata è il bene che ritorna. E a voi che restate lì, superficiali e scocciati, a voi che alzate le spalle e prendete gli arnesi da macellaio, a voi che in quei lettini vi addormentate indifferenti ed egoiste, vi auguro che l’anestesia non faccia effetto….e quell’urlo ritorni nelle vostre orecchie e nei vostri cuori, per tutta la vita.
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