Non dimentichiamole. Le 276 studentesse rapite in Nigeria riapparse in un video

Non dimentichiamole. Due anni fa, nella notte tra il 14 e il 15 aprile, a Chibok in Nigeria, furono rapite da Boko Haram 276 studentesse di una scuola locale, una cinquantina riuscirono a fuggire ma del resto, più di duecento non si è saputo più nulla. A nulla è servita la mobilitazione mondiale, le campagne sui social network come BringBackOurGirls (ridateci le nostre ragazze), la discesa in campo di Michelle Obama, i tentativi falliti dell’esercito nigeriano di liberare le ragazze, gli invii di consulenti da ogni parte del mondo, americani, inglesi e francesi per le ricerche, la negoziazione e la liberazione degli ostaggi. Il silenzio totale. Poi sulla CCN è stato diffuso un video che mostra una parte delle ragazze rapite, ancora vive. Alcuni genitori in lacrime hanno riconosciuto le proprie figlie e nel video, girato presumibilmente nel mese di dicembre, una di loro afferma “Stiamo tutte bene”, sottolineando la parola “tutte”. Alcune di loro sono fuggite, alcune sono state dai stuprate dai miliziani, sono diventate madri, sono state rifiutate dalle stesse famiglie e vivono agli angoli delle strade, altre sono tenute in ostaggio forse tramutate in schiave del sesso o addestrate alla guerra, altre sparite nel nulla definitivamente perse nella massa di ragazze nigeriane, più di 2mila secondo Amnesty International, che hanno subito la stessa sorte, o in quella ancor più vasta dei civili, anche bambini, più di 30mila, uccisi in questi anni dai jihadisti. Vite distrutte, buttate, annientate da gruppi terroristici che da anni devastano l’Iraq, la Somalia e la Nigeria. E’ difficile e complicato uscirne fuori, ma non impossibile. Sicuramente è impensabile dimenticare la verità e le persone, dimenticando queste vite abbiamo già perso.